lunedì 9 luglio 2007

Calciopoli: maxiprocesso in arrivo


Calciopoli si avvia al secondo atto. Secondo 'La Repubblica' la Procura di Napoli sta per emettere i rinvii a giudizio dei 48 indagati per associazione a delinquere per frode sportiva. Mentre a Roma si apre il processo alla Gea di Alessandro Moggi, accusata di aver distorto il mercato calcistico degli ultimi anni. Si cerca anche il "tesoretto" di Luciano Moggi che, fonti dei Pm, vorrebbero allo Ior, la banca vaticana.

Calciopoli atto secondo. Dopo un anno tornano ad affacciarsi nelle varie procure tutti quei "furbetti del quartierino" calcistico, facce note e meno note, atti alla mano, negli anni passati, con i loro intrighi, hanno letteralmente sconvolto il mondo del pallone nostrano. Dopo le sentenze di Caf, Corte Federale e Camera di Conciliazione del Coni, dopo i ricorsi al Tar del Lazio, adesso spetta alle procure il compito di indagare e fare ulteriore chiarezza. Napoli e Roma saranno al centro dell'attenzione. le due procure, dopo il "litigi" dello scorso anno sulle competenze, si sono equamente divise i ruoli.

Al Centro Direzionale del capoluogo campano, i due pm Narducci e Beatrice, ripercorreranno, insieme a 54 indagati (48 solo a Napoli e 6 a Roma) e più di mille testimoni, gli ultimi dodici anni della storia dei campionati. Sul banco degli imputati la ormai famosa triade (Moggi, Giraudo e Bettega) e almeno due stagioni, come si legge negli atti "da evidenza giudiziaria". Il torneo 1999-2000, quello vinto dalla Lazio di Cragnotti, ma con due partite della Vecchia Signora che hanno e faranno discutere in aula, quelle contro Parma e Perugia. Ma non solo, anche quello del 2004-2005, vinto dalla Juventus di Capello ha segnate con il circolino rosso ben trentanove gare. Dodici anni, quindi, finendo anche alle ultime scoperte: le schede telefoniche che Luciano Moggi avrebbe dato agli arbitri fino all'aprile del 2006 e, guarda caso, proprio di quella stagione sei arbitri sono oggi indagati, quattro dei quali in possesso delle suddette schede. Ma non solo, all'appello mancano da giudicare alcune iscrizioni falsate alla Covisoc e dei controlli antidoping "mancati". Insomma, non si escludono ulteriori colpi di scena, come ad esempio una richiesta di revisione delle sentenze sportive il che significherebbe che la calciopoli dello scorso anno sarebbe stata solo una falsa partenza e che bisognerebbe ricominciare daccapo.

A Roma, invece, inizia il processo alla Gea World, accusata di aver distorto il mercato calcistico negli ultimi anni con pratiche ai limiti e ben oltre la legalità. Anche in questo caso è legato il nome di Moggi, ma a doppio filo visto che a capo della Gea c'era Alessandro, il figlio di Big Luciano. I pm romani Palamara e Palaia vogliono dimostrare che la maggior parte dei campionati sono stati falsati a monte visto che la Gea aveva in mano il monopolio dei giocatori, specialmente della Juventus. I due sostituti andranno poi alla caccia del famoso "tesoro" di Luciano Moggi che, secondo indiscrezioni proprio arrivate alle orecchie dei pm, sarebbe di 150 milioni di euro e chiuso nelle casseforti dello Ior, la banca vaticana.

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