martedì 17 luglio 2007

Ranieri: Chiellini ha sbagliato

E' il momento di chiarire, e subito. La nuova Juve è al lavoro, in un clima di grandi entusiasmi. Claudio Ranieri è il più felice nel recepire quest'aria di euforia collettiva: tifosi, società e calciatori. Non tutti però. C'è Chiellini che si lamenta, chiede spazio e qualcos'altro. C'è il contratto di Del Piero, da ridiscutere: che sia un tormento. C'è Cannavaro che riparte alla carica: per rientrare in bianconero. E allora ecco Ranieri che risponde a tutto e tutti. Coi toni dovuti

Severo con Chiellini. "Ha parlato a quel modo, e ha sbagliato comportandosi come un bambino. E' un bravo ragazzo, un bravo calciatore ricco di entusiasmo e voglia di fare. Ma c'era bisogno di dire certe cose? Dico: doveva venire qui, a parlare prima con me, gli avrei detto qualcosa, gli avrei dato qualche consiglio. Chiellini è il capitano dell'Under 21, voglio capire se vuole essere anche il capitano della Juventus... Così gli dico: c'è già Del Piero in quei panni. Stia calmo e lavori. I problemi li sappiamo risolvere".

Cauto con Del Piero: "Il contratto? Credete a me, non esiste un problema, anzi: non esiste il problema. Del Piero in questo momento deve recuperare da un infortunio e capisco quanto sia difficile stare lì, a lavorare in disparte, mentre gli altri corrono, giocano, si divertono. La discussione sul nuovo contratto ci può essere, ma senza intaccare il suo e il nostrro buonumore".

Deciso con Cannavaro: "La società ha già espresso il suo parere, che è no. Io ribadisco il mio: no. Cannavaro è Pallone d'oro, è campione del Mondo, la scorsa estate ha fatto la sua scelta andando a giocare nel club più famoso del mondo, e dunque la decisione è stata presa. Così come noi l'abbiamo presa".

Più chiaro di così.

La Roma centra un altro bel colpo

Luciano Spalletti lo aveva fatto capire ieri pomeriggio, parlando con i giornalisti dopo la prima mattinata di lavoro della sua nuova Roma. Gli chiedevano se la macata cessione di Chivu avrebbe fermato il mercato giallorosso: "Non è quello che ho riscontrato io - è stata la sua risposta - penso ci sia la possibilità di fare qualcosa, intendo come completamento. Nel rombo offensivo per esempio stiamo pensando di prendere qualcun altro. Giuly ? E' uno dei nomi che abbiamo fatto". Chiaro no ?

E Ludovic Giuly, arrivato nella capitale ieri sera, ha superato oggi le visite mediche. C'è l'accordo con il Barcellona, che incasserà tre milioni per la cessione del francese, e c'è l'accordo con il giocatore: tre anni di contratto a 1,7 milioni a stagione. Per l'annuncio ufficiale è questione di ore e di Borsa, dove la Roma è quotata. Giuly è del ''76, come Totti che ne aveva caldeggiato l'acquisto appena dieci giorni fa. Nasce a Lione, dove debutta in serie A nel '95. Tre anni dopo passa al Monaco, dove vince il campionato nel 2000 e e nel 2004 conquista la finale di Champions. E' l'anno del suo passaggio al Barcellona. Con la squadra catalana vince due titoli spagnoli e una Coppa dei Campioni. Atleta minuto (164 cm x 62 kg) e tecnicamente molto abile, assai rapido grazie alla sua corporatura ridotta. Sa sfruttare molto bene queste caratteristiche, tagliando dalla fascia laterale destra verso il centro per farsi trovare pronto sul lancio di un compagno, che spesso lo mette in condizioni di agire a tu per tu con il portiere. È un calciatore duttile, visto che può giocare anche a sinistra.

Visite mediche oggi anche per Pizzarro: "Io sono molto contento di essere rimasto, era la volontà mia e della società che ha spinto molto per farmi giocare ancora in questa splendida società". E non è finita, il 26 luglio, in occasione della festa per gli 80 anni della società, la Roma conta di annunciare il rinnovo del contratto di Mancini fino al 2012, tre anni in più rispetto alla scadenza attuale, il massimo possibile. L'incontro tra il direttore sportivo Pradè ed il procuratore del brasiliano, Gilmar Veloz, è andato bene. L'ingaggio di Amantino sarà a crescere, da 2 milioni di partenza fino a 2,5.

Infine ieri ha rinnovato il contratto anche Gianluca Curci. Il giovane portiere romano, 22 anni compiuti cinque giorni fa, si è legato alla Roma per altri quattro anni: fino al 2011.

giovedì 12 luglio 2007

Rottura: la Roma si tiene Chivu

Il lungo summit durato un'intera giornata tra la Roma e il procuratore di Chivu, Victor Becali, ha portato alla rottura della trattativa per la cessione del giocatore. Il direttore sportivo giallorosso Pradè ha parlato di "un danno incalcolabile all'immagine del club creato dalla vicenda Chivu superiore al valore del giocatore stesso". Per questo motivo la Roma non è più disposta a trattare, ha convocato il giocatore per il raduno di domenica a Trigoria e lo tratterrà fino alla scadenza del contratto il 30 giugno 2008. Un invito non certo allettante per Chivu che sa bene di andare incontro ad un clima rovente dopo aver fatto capire più volte, attraverso i suoi agenti, di voler a tutti i costi indossare la maglia nerazzurra. Pare difficile che i tifosi possano dimenticare. "L'inter si e' tirata indietro - ha aggiunto il dirigente giallorosso - e quindi il giocatore rimane a Roma e, lo ripeto, partirà domenica per il ritiro con la Roma. Non andrà in Spagna e non andrà all'Inter".

Una rottura che pare impossibile ricucire anche se nel pomeriggio la dirigenza giallorossa si era dichiarata disposta a far partire immediatamente il giocatore per Milano, sponda Inter, in cambio di 18 milioni di euro. La Roma riteneva responsabili Chivu e i fratelli Becali della rinuncia di Barcellona e Real Madrid ad acquistare il difensore giallorosso e per questo motivo dovevano essere proprio loro a convincere l'Inter a chiudere alle condizioni decise dal club dei Sensi. I nerazzurri non sono però mai arrivati a questa cifra e non avrebbe alzato l'offerta come dichiarato dal presidente Moratti. Pur di non vederlo partire a parametro zero a giugno ieri sera la Roma avrebbe anche provato a riproporre un rinnovo, non accettato dai manager del difensore. Senza più margine di trattativa la lunga notte di Chivu si è conclusa con nel peggiore dei modi, tutti scontenti: la Roma, l'Inter, Chivu e i suoi due ineffabili procuratori.

Juve, via con grande entusiasmo

E' iniziata la stagione 2007/08 della Juventus, quella del ritorno in Serie A. La squadra si è radunata a Vinovo con l'entusiasmo dei tifosi, rinvigorito anche da un bel mercato e dalla conferma di tutti i big. Proprio i nuovi acquisti sono state le star della giornata del debutto con le presentazioni di Iaquinta, Andrade, Grygera, Criscito, Salihamidzic ed Almiron. "Lo scudetto? Ci proveremo", dicono in coro.

Entusiasmo, voglia di far bene e un sogno: provare a lottare per riconquistare il tricolore. Questa è la nuova Juve, quella che si è radunata mercoledì mattina a Vinovo, quella che è tornata in A. C'era anche Nedved, dopo l'accordo trovato la scorsa notte, che è stato il giocatore più acclamato dai tifosi bianconeri.
Il nuovo tecnico Claudio Ranieri è pronto, ha voglia di battagliare con le altre squadre e non vuole chiudere le porte al sogno scudetto: "Solo il campo dirà qual è la nostra vera dimensione - ha detto - romperemo le scatole a tutti. Ho letto che qualcuno comincia già a temerci, è un segnale molto positivo. Mi ricordo ancora la prima Juve di Lippi, che seppe primeggiare con la tenacia, il convincimento e la voglia di lottare. E' questo quello che voglio anch'io".

Non c'è solo un nuovo allenatore, ma tanti nuovi giocatori: da Iaquinta ad Almiron, da Salihamidzic a Tiago. Se l'ex Udinese giura amore al club di Corso Galileo Ferraris ("Sarei venuto anche in B, la Juve non si rifiuta"), è il portoghese a sembrare quello più deciso: "La società esce da un periodo difficile ma ha tutte le carte in regola per puntare in alto - ha detto - I miei obiettivi sono lo scudetto e il ritorno in Champions League". Parole decise, che saranno sicuramente piaciute ai tifosi bianconeri: loro non vedono l'ora di tornare sul tetto d'Italia.

Argentina-Brasile...un'altra volta


Era la finale più attesa, quella che tutti speravano potesse chiudere la Copa America venezuelana. Argentina-Brasile, come tre anni fa in Perù. Quella volta trionfò la Seleçao ai rigori, ma in questa edizione Messi e compagni hanno dimostrato di essere la squadra da battere. I biancazzurri hanno raggiunto i rivali in finale grazie a un rotondo 3-0 rifilato ai messicani, con reti di Heinze, Riquelme e del fenomeno blaugrana.

L'ennesimo capitolo della saga calcistica che ha monopolizzato la storia del pallone nel Nuovo Mondo. Sempre loro, come tante volte in passato sia a livello continentale che in competizioni senza confini. Argentina e Brasile torna sul pulpito della Copa, a guardare dall'alto in basso tutto il calcio sudamericano, a decidere chi tra le 'sorellastre' del pallone dell'emisfero australe potrà gioire, tra sorrisi e smorfie al di là della barricata. In realtà non c'è da indietreggiare troppo con la memoria per ritrovare lo stesso scenario, la stessa istantanea da inni nazionali e tensione dipinta sul volto. Tre anni fa in Perù, infatti, l'ultimo atto del torneo fu il medesimo, con i verdeoro a trionfare ai rigori. Eppure, questa volta sembra tutto diverso, lontano anni luce da quella storia. Il Brasile orfano dei fenomeni e l'Argentina, abbarbicata a Messi, abbagliata dal novello Maradona e dalle sue gemme. Non solo il blaugrana, però, ma una 'masnada' di grandi campioni, più o meno in erba, pronti a regalare nuovo lustro alla Seleccion. Perché, nonostante il secondo posto del 2004, sono ormai quattordici anni buoni che i biancazzurri non portano a casa un trofeo, mentre gli eterni rivali hanno giocato quattro delle ultime cinque finali di Copa America, vincendone tre.

Messi e soci, però, sono arrivati di slancio alla sfida con la Seleçao. Se i verdeoro hanno dovuto erigere un monumento al portiere Doni, eroe nell'epilogo dal dischetto contro l'Uruguay, l'Argentina nella sua semifinale ha travolto il Messico con un roboante 3-0, nobilitato dalla perla del fenomeno blaugrana. Un cucchiaio di precisione chirurgica, un'altra magia che lo avvicina all'idolo di sempre, nonostante Diego resti su una nuvoletta nel firmamento del pallone. Gli altri gol sono stati di Heinze e Riquelme, su rigore procurato da Tevez. Adesso tocca alla notte delle stelle, tocca a Robinho contro 'la Pulga' e il mondo non vede l'ora di volgere lo sguardo verso le luci di un evento così speciale, sempre e comunque.

martedì 10 luglio 2007

Il Milan ripensa a Ronaldinho

Ci si aspetta una svolta nel mercato del Milan e questa settimana potrebbe finalmente portarla. Gli ultimi segnali da via Turati parlano di una nuova virata verso Ronaldinho. I primi segnali sono arrivati dalla Spagna, dal quotidiano "Sport", molto vicino ai gossip da spogliatoio di casa blaugrana. Ma anche da ambienti intorno alla squadra rossonera filtrano novità in questo senso. Ciò che è certo che che Roberto de Assis, il fratello.agente di Ronaldinho, è tornato a farsi sentire dalle parti di via Turati. Si sta cominciando a capire che tra Messi, Ronaldinho, Eto'o e Henry uno rischia di essere di troppo. Incedibile Messi, restano Eto'o e Ronaldinho, ma "Dinho" è da sempre il preferitio in casa rossonera. Il Milan è pronto a partire per Barcellona e a fare un'offerta. Il numero 10 blaugrana ha una clausola rescissoria di 125 milioni di euro. Impossibile arrvare a quella cifra, verosimile arrivare alla metà, anche perché poi l'asso brasiliano andrebbe a guadagnare almeno la stessa cifra del nuovo contratto di Kakà vale a dire 8,5 milioni netti a stagione. Resta poi da capire se Ronaldinho potrà essere tesserato come comunitario. Per la circolazione interna alla Spagna lo è già, ma il passaporto spagnolo non è ancora arrivato quindi in un trasferimento internazionale, a oggi, viene considerato "extra".

Non è un discorso fine a se stesso quello dello status, perché su questo si innesta il nome di Shevchenko. Oggi l'ucraino dovrà presentarsi al raduno del Chelsea e pare sia intenzionato a dire che se ne vuole andare. Sheva proporrà al suo presidente Abramovich questa soluzione: un prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a una cifra abbastanza alta tra un anno. Anche così non è semplice arrivare a un accordo, ma l'ex rossonero c proverà fino alla fine. E poi c'è Pato Alexandre, che è sempre un obiettivo possibile anche se un po' acerbo.

Il Milan può dedicarsi totalmente al mercato in entrata anche perchè ha ricevuto il segnale di resa del Real per Kakà. Adriano Galliani - intervenuto a Milan Channel - ha rivelato il contenuto di una telefonata ricevuta da Mijatovic. Il d.s dei blancos, parlando a nome del presidente Calderon, ha fatto sapere che i merengues si ritirano ufficialmente nella corsa per il brasiliano, rinunciando a trattare con il giocatore. Il vicepresidente rossonero ha anche aggiunto che il Milan ha raggiunto l'accordo con il Real Saragozza per il prestito con diritto di riscatto di Ricardo Oliveira.

lunedì 9 luglio 2007

Nedved rompe con la Juve

Tra la Juve e Pavel Nedved siamo a un passo dalla rottura. Il giocatore e il suo agente, Mino Raiola, si sono presentati a sorpresa nella sede bianconera. E il risultato di questo incontro non è stato incoraggiante. Ecco Raiola all'uscita: "Non siamo molto soddisfatti. Non abbiamo raggiunto nessun accordo. Tre anni fa Nedevd aveva un contratto che si è ridotto del cinquanta per cento. Ora lo sbilancio con alcuni compagni è netto. Ovviamente è anche una questione economica, ma se siamo qui è perché la volontà del mio assistito era quella di continuare. Se la proposta rimarrà quella che ci hanno fatto, Nedved sta pensando anche di smettere. Mi spiace che la Juve ci abbia messo così tanto per incontrarci. Tengo il cellulare acceso e speriamo di rivederci presto, ora è prematuro dire se Pavel andrà o no in ritiro. Non scartiamo nemmeno l'ipotesi di rivolgerci al tribunale per liberare il giocatore". Molto scuro in volto anche Pavel Nedved, che ha aggiunto: "Mi hanno fatto una proposta, ora la valuterò tranquillamente. Sto pensando a tutte le soluzioni. Anche se mancano poche ore al ritiro. Se sono offeso per il trattamento? Assolutamente no, sono solo molto deluso". Ora la Juventus potrebbe essere costretta a tornare sul mercato per prendere un altro giocatore nel ruolo. Il favorito è l'olandese Van der Vaart, che l'Amburgo valuta 10 milioni e potrebbe arrivare.

Invece per Camoranesi l'accordo è praticamente fatto. Anche Elio Sergio Fortunato, il manager dell'argentino, ha incontrato i dirigenti, in particolare con l'amministratore delegato Jean-Claude Blanc. C'è un accordo di massima per un prolungamento fino al 2010. Ha detto Fortunato: "Camoranesi credeva di meritare un riconoscimento per quello che ha fatto in questi anni e penso che oggi sia arrivato. La Juventus è una squadra che non si può lasciare". Nelle prossime ore la firma del nuovo contratto, che parte da 2,8 milioni a stagionema può arrivare a 3,5 con i premi a obiettivo.

Calciopoli: maxiprocesso in arrivo


Calciopoli si avvia al secondo atto. Secondo 'La Repubblica' la Procura di Napoli sta per emettere i rinvii a giudizio dei 48 indagati per associazione a delinquere per frode sportiva. Mentre a Roma si apre il processo alla Gea di Alessandro Moggi, accusata di aver distorto il mercato calcistico degli ultimi anni. Si cerca anche il "tesoretto" di Luciano Moggi che, fonti dei Pm, vorrebbero allo Ior, la banca vaticana.

Calciopoli atto secondo. Dopo un anno tornano ad affacciarsi nelle varie procure tutti quei "furbetti del quartierino" calcistico, facce note e meno note, atti alla mano, negli anni passati, con i loro intrighi, hanno letteralmente sconvolto il mondo del pallone nostrano. Dopo le sentenze di Caf, Corte Federale e Camera di Conciliazione del Coni, dopo i ricorsi al Tar del Lazio, adesso spetta alle procure il compito di indagare e fare ulteriore chiarezza. Napoli e Roma saranno al centro dell'attenzione. le due procure, dopo il "litigi" dello scorso anno sulle competenze, si sono equamente divise i ruoli.

Al Centro Direzionale del capoluogo campano, i due pm Narducci e Beatrice, ripercorreranno, insieme a 54 indagati (48 solo a Napoli e 6 a Roma) e più di mille testimoni, gli ultimi dodici anni della storia dei campionati. Sul banco degli imputati la ormai famosa triade (Moggi, Giraudo e Bettega) e almeno due stagioni, come si legge negli atti "da evidenza giudiziaria". Il torneo 1999-2000, quello vinto dalla Lazio di Cragnotti, ma con due partite della Vecchia Signora che hanno e faranno discutere in aula, quelle contro Parma e Perugia. Ma non solo, anche quello del 2004-2005, vinto dalla Juventus di Capello ha segnate con il circolino rosso ben trentanove gare. Dodici anni, quindi, finendo anche alle ultime scoperte: le schede telefoniche che Luciano Moggi avrebbe dato agli arbitri fino all'aprile del 2006 e, guarda caso, proprio di quella stagione sei arbitri sono oggi indagati, quattro dei quali in possesso delle suddette schede. Ma non solo, all'appello mancano da giudicare alcune iscrizioni falsate alla Covisoc e dei controlli antidoping "mancati". Insomma, non si escludono ulteriori colpi di scena, come ad esempio una richiesta di revisione delle sentenze sportive il che significherebbe che la calciopoli dello scorso anno sarebbe stata solo una falsa partenza e che bisognerebbe ricominciare daccapo.

A Roma, invece, inizia il processo alla Gea World, accusata di aver distorto il mercato calcistico negli ultimi anni con pratiche ai limiti e ben oltre la legalità. Anche in questo caso è legato il nome di Moggi, ma a doppio filo visto che a capo della Gea c'era Alessandro, il figlio di Big Luciano. I pm romani Palamara e Palaia vogliono dimostrare che la maggior parte dei campionati sono stati falsati a monte visto che la Gea aveva in mano il monopolio dei giocatori, specialmente della Juventus. I due sostituti andranno poi alla caccia del famoso "tesoro" di Luciano Moggi che, secondo indiscrezioni proprio arrivate alle orecchie dei pm, sarebbe di 150 milioni di euro e chiuso nelle casseforti dello Ior, la banca vaticana.

Coppa America: Argentina a valanga


Tutto facile per Argentina e Messico nei quarti di finale della Coppa America. La Seleccion ha sconfitto il Perù con un rotondo 4-0 grazie ad una doppietta di Riquelme e ai gol di Messi e Mascherano. Ancora più netta l'affermazione dei messicani, che hanno travolto il Paraguay 6-0: sono andati a segno Castillo, con una doppietta, Torrado, Arce, Blanco e Bravo. In semifinale Brasile-Uruguay e Messico-Argentina.

Senza molta storia l'ultimo quarto, con la squadra di Basile che si è confermata in gran forma: quarta vittoria su 4 partite, 13 gol segnati e solo 3 subiti. Il Perù ha resistito un tempo, riuscendo a tenere lo 0-0 fino al riposo. Nella ripresa l'Argentina ha dilagato subito, trascinata da un grande Riquelme. Suo il sinistro dal limite che al 2' ha sbloccato il risultato, suo l'assist per il facile 2-0 di Messi. Poi, dopo il gol della sicurezza di Mascherano, suo e' stato anche il sigillo finale. "E' stata la nostra miglior partita", ha commentato soddisfatto alla fine il ct Alfio Basile.

Ora per l'Argentina c'è il Messico, mercoledì in semifinale. Un Messico che arriva da uno schiacciante 6-0 rifilato al Paraguay nei quarti, complice anche l'espulsione dopo soli 2' di gioco del portiere paraguaiano Bobadilla, che ha commesso un fallo in area sanzionato con un rigore. "Sarà una partita difficile per entrambe - ha detto l'allenatore argentino - noi sicuramente non li sottovaluteremo. Sappiamo che possiamo vincere e andare in finale, sarà una partita aperta". Il Brasile è avvisato.

Schuster è il nuovo tecnico Real


Bernd Schuster è il nuovo tecnico del Real Madrid. L'ufficialità è arrivata soltanto oggi, anche se l'arrivo del tedesco sulla panchina delle merengues era ormai nell'aria già da tempo. L'ultimo ostacolo è stato superato nelle ultime ore, quando Schuster, che rimpiazza il licenziato Fabio Capello, è stato liberato dal Getafe, la squadra che ha allenato negli ultimi anni. Al Real guadagnerà 3,5 milioni di euro a stagione.

In mattinata il tedesco aveva programmato un incontro con il presidente del Getafe Angel Lopez, per versare l'importo della clausola di rescissione, cioè 480mila euro. Una soluzione che accontenta il club iberico, che ottiene un indennizzo e consente al Real di iniziare il nuovo progetto senza ulteriori ostacoli. Un progetto in cui Calderon sembra credere moltissimo: Schuster, che torna nella squadra in cui giocò alla fine degli anni '90, avrà il compito di portare a Madrid risultati e bel gioco, visto che la motivazione ufficiale dell'allontanamento di Capello riguardava la mancanza di spettacolo sul campo.

Il Getafe, intanto, non ha tardato a trovare il sostituto di Schuster: è Michael Laudrup, che ha firmato un contratto di due anni. Laudrup, ex attaccante, oggi 43enne, è una vecchia conoscenza del calcio italiano: dal 1983 al 1989 ha giocato in serie A, indossando prima la maglia della Lazio per due stagioni, poi quella della Juventus.

domenica 8 luglio 2007

Cobolli, nuove frecciate all'Inter

Juventus-Inter è già iniziata, anzi non è mai finita. A dare nuovo slancio alla rivalità probabilmente più sentita di tutto il panorama italiano è il presidente bianconero Cobolli Gigli, in un'intervista a "Tuttosport": "Sarebbe importante battere i nerazzurri - ha detto - Moratti? Nessun problema, ma il giorno della partita stia alla larga da me". Mercato con l'Inter? "Mai più fino al nostro scudetto".

Già si presenta come la sfida più infuocata del prossimo campionato, indipendente da come saranno messe le due squadre in classifica al momento del confronto, ora Cobolli Gigli mette benzina sul fuoco della sfida tra Juve ed Inter. "Sarebbe davvero importante batterli - ha detto - Avremo l'occasione di allenarci nei torneini estivi, poi sono le due gare di campionato quelle che aspetto".
Un'attesa dettata dai veleni di calciopoli, dallo scudetto a tavolino dato ai nerazzurri e ad una rivalità che è sempre esistita nel nostro campionato. Il n° 1 bianconero lo scorso anno ha venduto agli acerrimi nemici Vieira ed Ibrahimovic, ma ora non vuole più sentir parlare di mercato con la società di Via Durini: "Quest'anno non è capitato e non capiterà. Anzi, sa cosa le dico? Che non capiterà più almeno fino a che non avremo vinto lo scudetto". Parole poi, in parte, smentite visto che la Juve sta cercando Burdisso, difensore proprio dell'Inter.

Il giorno della grande sfida, ci sarà anche l'incontro con Massimo Moratti, visto dalla maggior parte dei tifosi bianconeri come l'avversario numero 1, per la definizione di "scudetto dell'onestà" del titolo 2005/06: "Non ho nessuna difficoltà a parlare con lui, ma il giorno della partita sarà un momento di grande passione. Meglio uno da una parte e uno dall'altra". Per una rivalità destinata ad essere sempre più accesa, speriamo solo sul campo.

Calderon: "Chiave successo? Ronie"

Ramon Calderon ha individuato in un fatto ben preciso il cambiamento in positivo del Real Madrid nel corso della stagione: "La partenza di Ronaldo ha influito molto sulla nostra vittoria nella Liga - ha detto il presidente delle merengues a El Pais - era fondamentale recuperare lo spirito di sacrificio e del lavoro e lui non collaborava. Ho goduto molto con lui ma bisognava dare un giro di vite nello spogliatoio".

"Farò cinque acquisti. Quello di Kakà è molto complicato ma non scarto nulla". Il presidente del Real Madrid, Ramon Calderon, non ha perso le speranze di soffiare al Milan Kakà e lo dice chiaro e tondo in un'intervista al quotidiano El Pais. Per un brasiliano che Calderon spera di portare dal Milan al Real, un altro dal Real è già andato al Milan e il massimo dirigente delle merengues è felice che sia andata così. "La partenza di Ronaldo ha influito molto nell'esito finale della nostra stagione (il Real Madrid ha vinto il campionato, ndr). Era fondamentale recuperare lo spirito di sacrificio e del lavoro e lui non collaborava. Ho goduto molto con lui ma bisognava dare un giro di vite all'interno dello spogliatoio e lui non aiutava molto".

Non aiutava Fabio Capello, che alla fine ha vinto il titolo ma questo non gli è bastato per restare sulla panchina delle merengues: "Mijatovic mi ha detto che Capello avrebbe voluto rinforzare molto la difesa e proseguire con dei centrocampisti difensivi. E questo non collima con la filosofia del Real Madrid. Nell'ultima partita speravo di vedere una squadra all'attacco, mentre continuavamo a giocare con due centrocampisti difensivi. Come tifoso non mi piace. Capello mi aveva chiesto Makelele e il rinnovo del contratto di Roberto Carlos. Non credo, ripeto, che questo si sposi con la filosofia del club".