martedì 17 luglio 2007

Ranieri: Chiellini ha sbagliato

E' il momento di chiarire, e subito. La nuova Juve è al lavoro, in un clima di grandi entusiasmi. Claudio Ranieri è il più felice nel recepire quest'aria di euforia collettiva: tifosi, società e calciatori. Non tutti però. C'è Chiellini che si lamenta, chiede spazio e qualcos'altro. C'è il contratto di Del Piero, da ridiscutere: che sia un tormento. C'è Cannavaro che riparte alla carica: per rientrare in bianconero. E allora ecco Ranieri che risponde a tutto e tutti. Coi toni dovuti

Severo con Chiellini. "Ha parlato a quel modo, e ha sbagliato comportandosi come un bambino. E' un bravo ragazzo, un bravo calciatore ricco di entusiasmo e voglia di fare. Ma c'era bisogno di dire certe cose? Dico: doveva venire qui, a parlare prima con me, gli avrei detto qualcosa, gli avrei dato qualche consiglio. Chiellini è il capitano dell'Under 21, voglio capire se vuole essere anche il capitano della Juventus... Così gli dico: c'è già Del Piero in quei panni. Stia calmo e lavori. I problemi li sappiamo risolvere".

Cauto con Del Piero: "Il contratto? Credete a me, non esiste un problema, anzi: non esiste il problema. Del Piero in questo momento deve recuperare da un infortunio e capisco quanto sia difficile stare lì, a lavorare in disparte, mentre gli altri corrono, giocano, si divertono. La discussione sul nuovo contratto ci può essere, ma senza intaccare il suo e il nostrro buonumore".

Deciso con Cannavaro: "La società ha già espresso il suo parere, che è no. Io ribadisco il mio: no. Cannavaro è Pallone d'oro, è campione del Mondo, la scorsa estate ha fatto la sua scelta andando a giocare nel club più famoso del mondo, e dunque la decisione è stata presa. Così come noi l'abbiamo presa".

Più chiaro di così.

La Roma centra un altro bel colpo

Luciano Spalletti lo aveva fatto capire ieri pomeriggio, parlando con i giornalisti dopo la prima mattinata di lavoro della sua nuova Roma. Gli chiedevano se la macata cessione di Chivu avrebbe fermato il mercato giallorosso: "Non è quello che ho riscontrato io - è stata la sua risposta - penso ci sia la possibilità di fare qualcosa, intendo come completamento. Nel rombo offensivo per esempio stiamo pensando di prendere qualcun altro. Giuly ? E' uno dei nomi che abbiamo fatto". Chiaro no ?

E Ludovic Giuly, arrivato nella capitale ieri sera, ha superato oggi le visite mediche. C'è l'accordo con il Barcellona, che incasserà tre milioni per la cessione del francese, e c'è l'accordo con il giocatore: tre anni di contratto a 1,7 milioni a stagione. Per l'annuncio ufficiale è questione di ore e di Borsa, dove la Roma è quotata. Giuly è del ''76, come Totti che ne aveva caldeggiato l'acquisto appena dieci giorni fa. Nasce a Lione, dove debutta in serie A nel '95. Tre anni dopo passa al Monaco, dove vince il campionato nel 2000 e e nel 2004 conquista la finale di Champions. E' l'anno del suo passaggio al Barcellona. Con la squadra catalana vince due titoli spagnoli e una Coppa dei Campioni. Atleta minuto (164 cm x 62 kg) e tecnicamente molto abile, assai rapido grazie alla sua corporatura ridotta. Sa sfruttare molto bene queste caratteristiche, tagliando dalla fascia laterale destra verso il centro per farsi trovare pronto sul lancio di un compagno, che spesso lo mette in condizioni di agire a tu per tu con il portiere. È un calciatore duttile, visto che può giocare anche a sinistra.

Visite mediche oggi anche per Pizzarro: "Io sono molto contento di essere rimasto, era la volontà mia e della società che ha spinto molto per farmi giocare ancora in questa splendida società". E non è finita, il 26 luglio, in occasione della festa per gli 80 anni della società, la Roma conta di annunciare il rinnovo del contratto di Mancini fino al 2012, tre anni in più rispetto alla scadenza attuale, il massimo possibile. L'incontro tra il direttore sportivo Pradè ed il procuratore del brasiliano, Gilmar Veloz, è andato bene. L'ingaggio di Amantino sarà a crescere, da 2 milioni di partenza fino a 2,5.

Infine ieri ha rinnovato il contratto anche Gianluca Curci. Il giovane portiere romano, 22 anni compiuti cinque giorni fa, si è legato alla Roma per altri quattro anni: fino al 2011.

giovedì 12 luglio 2007

Rottura: la Roma si tiene Chivu

Il lungo summit durato un'intera giornata tra la Roma e il procuratore di Chivu, Victor Becali, ha portato alla rottura della trattativa per la cessione del giocatore. Il direttore sportivo giallorosso Pradè ha parlato di "un danno incalcolabile all'immagine del club creato dalla vicenda Chivu superiore al valore del giocatore stesso". Per questo motivo la Roma non è più disposta a trattare, ha convocato il giocatore per il raduno di domenica a Trigoria e lo tratterrà fino alla scadenza del contratto il 30 giugno 2008. Un invito non certo allettante per Chivu che sa bene di andare incontro ad un clima rovente dopo aver fatto capire più volte, attraverso i suoi agenti, di voler a tutti i costi indossare la maglia nerazzurra. Pare difficile che i tifosi possano dimenticare. "L'inter si e' tirata indietro - ha aggiunto il dirigente giallorosso - e quindi il giocatore rimane a Roma e, lo ripeto, partirà domenica per il ritiro con la Roma. Non andrà in Spagna e non andrà all'Inter".

Una rottura che pare impossibile ricucire anche se nel pomeriggio la dirigenza giallorossa si era dichiarata disposta a far partire immediatamente il giocatore per Milano, sponda Inter, in cambio di 18 milioni di euro. La Roma riteneva responsabili Chivu e i fratelli Becali della rinuncia di Barcellona e Real Madrid ad acquistare il difensore giallorosso e per questo motivo dovevano essere proprio loro a convincere l'Inter a chiudere alle condizioni decise dal club dei Sensi. I nerazzurri non sono però mai arrivati a questa cifra e non avrebbe alzato l'offerta come dichiarato dal presidente Moratti. Pur di non vederlo partire a parametro zero a giugno ieri sera la Roma avrebbe anche provato a riproporre un rinnovo, non accettato dai manager del difensore. Senza più margine di trattativa la lunga notte di Chivu si è conclusa con nel peggiore dei modi, tutti scontenti: la Roma, l'Inter, Chivu e i suoi due ineffabili procuratori.

Juve, via con grande entusiasmo

E' iniziata la stagione 2007/08 della Juventus, quella del ritorno in Serie A. La squadra si è radunata a Vinovo con l'entusiasmo dei tifosi, rinvigorito anche da un bel mercato e dalla conferma di tutti i big. Proprio i nuovi acquisti sono state le star della giornata del debutto con le presentazioni di Iaquinta, Andrade, Grygera, Criscito, Salihamidzic ed Almiron. "Lo scudetto? Ci proveremo", dicono in coro.

Entusiasmo, voglia di far bene e un sogno: provare a lottare per riconquistare il tricolore. Questa è la nuova Juve, quella che si è radunata mercoledì mattina a Vinovo, quella che è tornata in A. C'era anche Nedved, dopo l'accordo trovato la scorsa notte, che è stato il giocatore più acclamato dai tifosi bianconeri.
Il nuovo tecnico Claudio Ranieri è pronto, ha voglia di battagliare con le altre squadre e non vuole chiudere le porte al sogno scudetto: "Solo il campo dirà qual è la nostra vera dimensione - ha detto - romperemo le scatole a tutti. Ho letto che qualcuno comincia già a temerci, è un segnale molto positivo. Mi ricordo ancora la prima Juve di Lippi, che seppe primeggiare con la tenacia, il convincimento e la voglia di lottare. E' questo quello che voglio anch'io".

Non c'è solo un nuovo allenatore, ma tanti nuovi giocatori: da Iaquinta ad Almiron, da Salihamidzic a Tiago. Se l'ex Udinese giura amore al club di Corso Galileo Ferraris ("Sarei venuto anche in B, la Juve non si rifiuta"), è il portoghese a sembrare quello più deciso: "La società esce da un periodo difficile ma ha tutte le carte in regola per puntare in alto - ha detto - I miei obiettivi sono lo scudetto e il ritorno in Champions League". Parole decise, che saranno sicuramente piaciute ai tifosi bianconeri: loro non vedono l'ora di tornare sul tetto d'Italia.

Argentina-Brasile...un'altra volta


Era la finale più attesa, quella che tutti speravano potesse chiudere la Copa America venezuelana. Argentina-Brasile, come tre anni fa in Perù. Quella volta trionfò la Seleçao ai rigori, ma in questa edizione Messi e compagni hanno dimostrato di essere la squadra da battere. I biancazzurri hanno raggiunto i rivali in finale grazie a un rotondo 3-0 rifilato ai messicani, con reti di Heinze, Riquelme e del fenomeno blaugrana.

L'ennesimo capitolo della saga calcistica che ha monopolizzato la storia del pallone nel Nuovo Mondo. Sempre loro, come tante volte in passato sia a livello continentale che in competizioni senza confini. Argentina e Brasile torna sul pulpito della Copa, a guardare dall'alto in basso tutto il calcio sudamericano, a decidere chi tra le 'sorellastre' del pallone dell'emisfero australe potrà gioire, tra sorrisi e smorfie al di là della barricata. In realtà non c'è da indietreggiare troppo con la memoria per ritrovare lo stesso scenario, la stessa istantanea da inni nazionali e tensione dipinta sul volto. Tre anni fa in Perù, infatti, l'ultimo atto del torneo fu il medesimo, con i verdeoro a trionfare ai rigori. Eppure, questa volta sembra tutto diverso, lontano anni luce da quella storia. Il Brasile orfano dei fenomeni e l'Argentina, abbarbicata a Messi, abbagliata dal novello Maradona e dalle sue gemme. Non solo il blaugrana, però, ma una 'masnada' di grandi campioni, più o meno in erba, pronti a regalare nuovo lustro alla Seleccion. Perché, nonostante il secondo posto del 2004, sono ormai quattordici anni buoni che i biancazzurri non portano a casa un trofeo, mentre gli eterni rivali hanno giocato quattro delle ultime cinque finali di Copa America, vincendone tre.

Messi e soci, però, sono arrivati di slancio alla sfida con la Seleçao. Se i verdeoro hanno dovuto erigere un monumento al portiere Doni, eroe nell'epilogo dal dischetto contro l'Uruguay, l'Argentina nella sua semifinale ha travolto il Messico con un roboante 3-0, nobilitato dalla perla del fenomeno blaugrana. Un cucchiaio di precisione chirurgica, un'altra magia che lo avvicina all'idolo di sempre, nonostante Diego resti su una nuvoletta nel firmamento del pallone. Gli altri gol sono stati di Heinze e Riquelme, su rigore procurato da Tevez. Adesso tocca alla notte delle stelle, tocca a Robinho contro 'la Pulga' e il mondo non vede l'ora di volgere lo sguardo verso le luci di un evento così speciale, sempre e comunque.

martedì 10 luglio 2007

Il Milan ripensa a Ronaldinho

Ci si aspetta una svolta nel mercato del Milan e questa settimana potrebbe finalmente portarla. Gli ultimi segnali da via Turati parlano di una nuova virata verso Ronaldinho. I primi segnali sono arrivati dalla Spagna, dal quotidiano "Sport", molto vicino ai gossip da spogliatoio di casa blaugrana. Ma anche da ambienti intorno alla squadra rossonera filtrano novità in questo senso. Ciò che è certo che che Roberto de Assis, il fratello.agente di Ronaldinho, è tornato a farsi sentire dalle parti di via Turati. Si sta cominciando a capire che tra Messi, Ronaldinho, Eto'o e Henry uno rischia di essere di troppo. Incedibile Messi, restano Eto'o e Ronaldinho, ma "Dinho" è da sempre il preferitio in casa rossonera. Il Milan è pronto a partire per Barcellona e a fare un'offerta. Il numero 10 blaugrana ha una clausola rescissoria di 125 milioni di euro. Impossibile arrvare a quella cifra, verosimile arrivare alla metà, anche perché poi l'asso brasiliano andrebbe a guadagnare almeno la stessa cifra del nuovo contratto di Kakà vale a dire 8,5 milioni netti a stagione. Resta poi da capire se Ronaldinho potrà essere tesserato come comunitario. Per la circolazione interna alla Spagna lo è già, ma il passaporto spagnolo non è ancora arrivato quindi in un trasferimento internazionale, a oggi, viene considerato "extra".

Non è un discorso fine a se stesso quello dello status, perché su questo si innesta il nome di Shevchenko. Oggi l'ucraino dovrà presentarsi al raduno del Chelsea e pare sia intenzionato a dire che se ne vuole andare. Sheva proporrà al suo presidente Abramovich questa soluzione: un prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a una cifra abbastanza alta tra un anno. Anche così non è semplice arrivare a un accordo, ma l'ex rossonero c proverà fino alla fine. E poi c'è Pato Alexandre, che è sempre un obiettivo possibile anche se un po' acerbo.

Il Milan può dedicarsi totalmente al mercato in entrata anche perchè ha ricevuto il segnale di resa del Real per Kakà. Adriano Galliani - intervenuto a Milan Channel - ha rivelato il contenuto di una telefonata ricevuta da Mijatovic. Il d.s dei blancos, parlando a nome del presidente Calderon, ha fatto sapere che i merengues si ritirano ufficialmente nella corsa per il brasiliano, rinunciando a trattare con il giocatore. Il vicepresidente rossonero ha anche aggiunto che il Milan ha raggiunto l'accordo con il Real Saragozza per il prestito con diritto di riscatto di Ricardo Oliveira.

lunedì 9 luglio 2007

Nedved rompe con la Juve

Tra la Juve e Pavel Nedved siamo a un passo dalla rottura. Il giocatore e il suo agente, Mino Raiola, si sono presentati a sorpresa nella sede bianconera. E il risultato di questo incontro non è stato incoraggiante. Ecco Raiola all'uscita: "Non siamo molto soddisfatti. Non abbiamo raggiunto nessun accordo. Tre anni fa Nedevd aveva un contratto che si è ridotto del cinquanta per cento. Ora lo sbilancio con alcuni compagni è netto. Ovviamente è anche una questione economica, ma se siamo qui è perché la volontà del mio assistito era quella di continuare. Se la proposta rimarrà quella che ci hanno fatto, Nedved sta pensando anche di smettere. Mi spiace che la Juve ci abbia messo così tanto per incontrarci. Tengo il cellulare acceso e speriamo di rivederci presto, ora è prematuro dire se Pavel andrà o no in ritiro. Non scartiamo nemmeno l'ipotesi di rivolgerci al tribunale per liberare il giocatore". Molto scuro in volto anche Pavel Nedved, che ha aggiunto: "Mi hanno fatto una proposta, ora la valuterò tranquillamente. Sto pensando a tutte le soluzioni. Anche se mancano poche ore al ritiro. Se sono offeso per il trattamento? Assolutamente no, sono solo molto deluso". Ora la Juventus potrebbe essere costretta a tornare sul mercato per prendere un altro giocatore nel ruolo. Il favorito è l'olandese Van der Vaart, che l'Amburgo valuta 10 milioni e potrebbe arrivare.

Invece per Camoranesi l'accordo è praticamente fatto. Anche Elio Sergio Fortunato, il manager dell'argentino, ha incontrato i dirigenti, in particolare con l'amministratore delegato Jean-Claude Blanc. C'è un accordo di massima per un prolungamento fino al 2010. Ha detto Fortunato: "Camoranesi credeva di meritare un riconoscimento per quello che ha fatto in questi anni e penso che oggi sia arrivato. La Juventus è una squadra che non si può lasciare". Nelle prossime ore la firma del nuovo contratto, che parte da 2,8 milioni a stagionema può arrivare a 3,5 con i premi a obiettivo.