Era la finale più attesa, quella che tutti speravano potesse chiudere la Copa America venezuelana. Argentina-Brasile, come tre anni fa in Perù. Quella volta trionfò la Seleçao ai rigori, ma in questa edizione Messi e compagni hanno dimostrato di essere la squadra da battere. I biancazzurri hanno raggiunto i rivali in finale grazie a un rotondo 3-0 rifilato ai messicani, con reti di Heinze, Riquelme e del fenomeno blaugrana.
L'ennesimo capitolo della saga calcistica che ha monopolizzato la storia del pallone nel Nuovo Mondo. Sempre loro, come tante volte in passato sia a livello continentale che in competizioni senza confini. Argentina e Brasile torna sul pulpito della Copa, a guardare dall'alto in basso tutto il calcio sudamericano, a decidere chi tra le 'sorellastre' del pallone dell'emisfero australe potrà gioire, tra sorrisi e smorfie al di là della barricata. In realtà non c'è da indietreggiare troppo con la memoria per ritrovare lo stesso scenario, la stessa istantanea da inni nazionali e tensione dipinta sul volto. Tre anni fa in Perù, infatti, l'ultimo atto del torneo fu il medesimo, con i verdeoro a trionfare ai rigori. Eppure, questa volta sembra tutto diverso, lontano anni luce da quella storia. Il Brasile orfano dei fenomeni e l'Argentina, abbarbicata a Messi, abbagliata dal novello Maradona e dalle sue gemme. Non solo il blaugrana, però, ma una 'masnada' di grandi campioni, più o meno in erba, pronti a regalare nuovo lustro alla Seleccion. Perché, nonostante il secondo posto del 2004, sono ormai quattordici anni buoni che i biancazzurri non portano a casa un trofeo, mentre gli eterni rivali hanno giocato quattro delle ultime cinque finali di Copa America, vincendone tre.
Messi e soci, però, sono arrivati di slancio alla sfida con la Seleçao. Se i verdeoro hanno dovuto erigere un monumento al portiere Doni, eroe nell'epilogo dal dischetto contro l'Uruguay, l'Argentina nella sua semifinale ha travolto il Messico con un roboante 3-0, nobilitato dalla perla del fenomeno blaugrana. Un cucchiaio di precisione chirurgica, un'altra magia che lo avvicina all'idolo di sempre, nonostante Diego resti su una nuvoletta nel firmamento del pallone. Gli altri gol sono stati di Heinze e Riquelme, su rigore procurato da Tevez. Adesso tocca alla notte delle stelle, tocca a Robinho contro 'la Pulga' e il mondo non vede l'ora di volgere lo sguardo verso le luci di un evento così speciale, sempre e comunque.
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